FAQ – Oltre il libro
1. Come è possibile identificare bambini di 2-3 anni con un ritardo del linguaggio?
Lo screening del linguaggio a due anni è il modo più efficiente per individuare quei bambini che mostrano un ritardo del linguaggio. Uno degli strumenti più usati è il questionario per i genitori Primo Vocabolario del Bambino (PVB), Forma Breve della scheda “Parole e Frasi” (Caselli et al., 2015), versione italiana dei questionari MacArthurBates-Communicative Development Inventories – MB-CDI la cui validità e attendibilità è ormai ampiamente dimostrata. I criteri per identificare un ritardo di linguaggio sono: un vocabolario espressivo inferiore o uguale al 10° percentile a partire dai 24 mesi e/o assenza di linguaggio combinatorio a partire dai 30 mesi. In Italia dal 2010 presso l’ASL di Mantova è in corso un progetto di screening del linguaggio rivolto a bambini di un’età compresa tra i 27 ed i 30 mesi. I bambini vengono individuati attraverso gli elenchi regionali degli assistiti o dell’anagrafe regionale. Alle famiglie viene recapitato l’invito a partecipare ad un incontro con la logopedista e l’assistente sanitaria che si occupano del progetto. Durante l’incontro vengono presentate le caratteristiche dello sviluppo del linguaggio nel periodo che va dai 2 ai 3 anni, i segnali di rischio di ritardo di linguaggio, il progetto di screening ed il percorso che l’ASL propone alle famiglie dei bambini che rientrano in questa condizione dopo la compilazione dello strumento che è stato adottato per la valutazione dei bambini: il questionario PVB. Alle famiglie, i cui bambini risultano positivi allo screening, vengono proposti percorsi individualizzati sulla base di una serie di valutazioni degli aspetti cognitivi, relazionali, linguistici e uditivi a cui sono stati sottoposti i bambini.
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2. Cosa gli operatori dei servizi possono suggerire alle famiglie di bambini con ritardo di linguaggio che chiedono consigli su cosa fare?
Nella pratica quotidiana, il logopedista e lo psicologo cercano di offrire ai genitori dei bambini che presentano un ritardo nello sviluppo del linguaggio indicazioni di comportamento, consigli educativi, suggerimenti su giochi ed attività adatti a risvegliare nei loro piccoli l’interesse e l’attenzione per la lingua. Il programma Oltre il Libro propone alle famiglie una metodologia strutturata in grado di dare risposte e sostegno ai genitori.
3. Che certezze ci sono che i bambini identificati abbiano bisogno di un intervento?
Nel corso di questi anni, grazie ai progetti di screening e alla sensibilità di genitori, pediatri, educatori dei nidi, gli operatori sanitari hanno visto affluire ai servizi del territorio un’utenza sempre più “giovane”. Le ricerche dimostrano che alcuni bambini con ritardo di linguaggio recuperano spontaneamente, seppur in ritardo rispetto ad altri coetanei (late bloomers), altri persistono nel mostrare una condizione di ritardo. Di fronte a questa consapevolezza non si ritiene opportuno tenere un comportamento wait and see o watch and see anche perché molto spesso gli operatori si trovano a contatto con famiglie che chiedono: “ma noi cosa possiamo fare?”. Al tempo stesso è inopportuno “patologizzare” i bambini con ritardo di linguaggio, considerando che non si tratta di un disturbo quanto di un fattore di rischio. Considerando la variabilità che si osserva nei bambini di questa fascia di età può essere opportuno un intervento di prevenzione e promozione della salute, in questo caso dello sviluppo del linguaggio, piuttosto che un intervento strettamente riabilitativo.
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4. Come giustificare con i responsabili del servizio l’impegno di risorse per la valutazione pre e post corso e l’attuazione del programma?
Nell’attività presso i servizi pubblici le innovazioni spesso sono viste con sospetto. Nonostante la lettura dialogica con bambini che mostrano un ritardo di linguaggio abbia un’efficacia ormai comprovata da diversi studi, molti operatori sono ancora legati alla terapia individuale o alla “filosofia” wait and see o watch and see. Il ruolo dell’adulto nello sviluppo comunicativo e linguistico del bambino è riconosciuto come fondamentale e chi meglio dei genitori che a livello affettivo sono le perone più influenti sul bambino può promuovere lo sviluppo delle sue competenze? Perché aspettare e lasciare la famiglia in ansia rispetto al linguaggio del loro piccolo? Perché non agire in termini di prevenzione e promozione della salute? Le attività proposte in nel programma Oltre il Libro non solo sono mirate all’arricchimento lessicale ed all’espansione morfo sintattica delle produzioni del bambino, ma offrono un’occasione ai genitori e ai bambini per ritagliarsi anche solo pochi minuti al giorno per stare insieme con piacere. Se il ritardo di linguaggio persiste o assume caratteristiche diverse allora il programma Oltre il Libro avrà contribuito a creare i presupposti per una eventuale terapia logopedica individualizzata.
5. Cosa fare se si decide di inserire un bambino nel programma ma durante l’attività sorgono dei dubbi su un possibile problema sensoriale lieve o un disturbo neurologico e/o neuropsicologico?
Prima di inserire un bambino e la sua famiglia nel programma Oltre il Libro è importante fare una valutazione il più completa e attenta possibile delle competenze del bambino e del suo profilo neuropsicologico. Può comunque accadere che durante i diversi incontri sorgano dubbi sulla reale situazione del bambino. È possibile permettere alla famiglia di terminare la partecipazione al programma stesso per poi dare indicazioni per una valutazione specialistica presso il Servizio di Neuropsichiatria Infantile di riferimento.
6. E’ importante che i bambini del gruppo abbiano la stessa età e lo stesso livello di sviluppo del linguaggio?
L’omogeneità nella formazione dei gruppi è senz’altro un elemento che facilita l’attività del logopedista e il confronto tra genitori ma sappiamo bene quanto, nella pratica quotidiana, sia difficile trovare bambini/famiglie con caratteristiche simili. Se anche hanno età cronologiche diverse è importante che i bambini siamo nella stessa fase comunicativa e/o linguistica. L’intervento Oltre il Libro è stato creato per bambini di 2 e 3 anni con un ritardo nel vocabolario espressivo in assenza di problemi in altre aree dello sviluppo.
7. Anche i bambini bilingue posso partecipare al programma?
Il programma Oltre il Libro è rivolto a bambini monolingue italiani poiché identificare bambini bilingue che tra i 2 e i 3 anni mostrano un ritardo di linguaggio non è facile per la mancanza di strumenti standardizzati per la valutazione di tutte le diverse lingue parlate dai bambini bilingui attualmente presenti nel nostro paese. Inoltre la variabilità di esposizione alla lingua italiana rende ancora più disomogeneo questo gruppo di bambini. Un altro elemento fondamentale su cui riflettere è il valore che può avere la lettura nelle diverse culture. Comunque, bambini che sono esposti ad un’altra lingua e per cui l’italiano è la lingua dominante, potrebbero essere coinvolti se il genitore che partecipa al programma parla l’italiano come prima lingua.
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8. Quanto importante è la presenza di un équipe formata da un logopedista e uno psicologo?
Lo psicologo e il logopedista hanno background diversi ma che ben si integrano tra loro. Nel programma Oltre il Libro le due figure professionali collaborano negli incontri di valutazione (pre e post intervento), durante i quali vengono somministrate le prove strutturate per osservare lo sviluppo cognitivo, comunicativo e linguistico e l’interazione genitore-bambino. Psicologo e logopedista osservano insieme i video realizzati dai genitori dopo il 3 °e il 5°incontro ed elaborano insieme la restituzione per il video-feedback. Inoltre, lo psicologo offre dei suggerimenti sulle dinamiche di gruppo al logopedista che è l’interlocutore privilegiato dei genitori.
9. Quanto è importante il confronto tra genitori?
Dall’analisi dei questionari di gradimento delle prime esperienze del programma Oltre il Libro realizzate a Mantova, si evince quanto il gruppo di genitori che condividono una stessa preoccupazione sia stato un fattore importante nel parent-coaching. Nel primo incontro i membri del gruppo si conoscono e si costruisce un clima di fiducia e rispetto reciproco. Ciascuno si presenta al gruppo, presenta il proprio bambino e esplicita le preoccupazioni in merito allo sviluppo del linguaggio. Attualmente molti genitori non hanno l’occasione di parlare dei propri dubbi con altri genitori perché le famiglie sono sempre più isolate per i ritmi di lavoro molto pressanti o per la lontananza dalle nuclei famigliari di origine, si trovano pertanto soli ed in difficoltà nel reperire punti di riferimento a cui riportare la proprie preoccupazioni rispetto alla crescita più o meno problematica dei loro bambini.
10. Si può usare Oltre il libro in sedute uno a uno cioè con coppie di genitore-bambino?
Oltre il Libro potrebbe essere usato durante sedute focalizzate sulla coppia (genitore-bambino). I fascicoli per ogni seduta e le strategie in essi descritti possono andare bene in un approccio uno a uno dal momento che i fascicoli per i genitori non parlano mai del gruppo. Le video-registrazioni previste nel programma potrebbero essere riprese sia nella casa (dai genitori) sia nel contesto clinico (dall’operatore) e rivisti insieme. Questo approccio uno a uno prevede la presenza del bambino nelle sedute, lasciando all’operatore la possibilità di dare dei feedback settimanali e di modellare le strategie dell’intervento con il bambino.
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11. Tutti i genitori partecipano alle attività di gruppo?
Naturalmente non tutti genitori sono in grado di apportare il loro contributo all’attività del gruppo con la medesima partecipazione. Per questo è importante che il logopedista sappia coinvolgere con sensibilità e discrezione tutti i partecipanti, adattando le attività alle caratteristiche del gruppo e dei suoi membri. In questo percorso di conoscenza e gestione del gruppo è fondamentale la collaborazione con lo psicologo con il quale il logopedista può confrontarsi per favorire la partecipazione di tutti. Nel corso dei diversi incontri realizzati nella sperimentazione del programma Oltre il Libro l’équipe ha visto un cambiamento anche nei comportamenti dei genitori più introversi che hanno progressivamente partecipato sempre più attivamente alle attività proposte a tutto il gruppo. Con il procedere degli incontri l’interesse dei genitori per le tecniche proposte è aumentato e i genitori si sono sentiti molto coinvolti soprattutto all’inizio di ciascun incontro quando hanno riportato i risultati delle attività fatte a casa con i loro bambini.
12. Ci sono stati problemi con l’uso dei libri come contesto di intervento?
Al primo incontro è stato chiesto ai genitori di portare 2 libri scelti tra quelli abitualmente usati per la lettura a casa con i loro bambini. E’ stato molto interessante conoscere i motivi per cui sono stati proposti: per le immagini, per la stimolazione sensoriale, per l’argomento e spesso perché si tratta di libri disponibili in casa perché già usati dai fratelli maggiori. E’ stato importante far riflettere i genitori sul comportamento dei loro bambini di fronte ai libri proposti e farli ragionare sulle varie possibilità e sulle caratteristiche dei libri che avrebbero potuto utilizzare in alternativa a quelli non apprezzati dai bambini. La scelta del libro adeguato allo sviluppo linguistico del bambino e vicino ai suoi interessi è il primo passo che i genitori sono guidati a fare nel programma Oltre il Libro. Può capitare che nonostante le indicazioni date dal logopedista durante il primo incontro i genitori scelgano per i propri bambini libri non adatti. Il ruolo del logopedista è proprio quello di indirizzare le scelte dei genitori motivando le indicazioni con esempi legati al livello di sviluppo del bambino e alle caratteristiche del libro scelto. Ad esempio se un bambino mostra tempi attentivi molto limitati potrebbe essere una scelta inopportuna quella di un libro con immagini molto complesse e troppo ricche di particolari. Più utile al bambino potrebbe essere un libro “sensoriale” o un libro che mostra semplici routines.
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13. Come vengono usati i videofilmati per mostrare le strategie dell’intervento?
L’utilizzo di brevi filmati relativi all’interazione genitore-bambino rappresenta un ancoraggio concreto che guida la riflessione dei genitori nell’ evidenziare come alcuni comportamenti possono essere facilitanti per l’attenzione e la partecipazione dei bambini all’attività di lettura dialogica. Ad esempio, come fare le domande e come attivare i turni conversazionali sono passaggi basilari per la stimolazione e la comunicazione tra genitore e bambino. Nella maggior parte dei casi i genitori stessi hanno individuato spontaneamente i comportamenti facilitanti e quelli che invece non aiutano la partecipazione del bambino all’attività. Quando questo non avviene è compito del logopedista dare suggerimenti per non frustrare troppo il gruppo e per avviare la discussione.
14. Come sono vissute le attività di lettura dialogica fatte a casa?
Al termine di ciascun incontro è importante essere molto chiari sul fatto che l’attività presentata nell’incontro deve essere riproposta quotidianamente in situazione di tranquillità e di piacere per il genitore e per il bambino stesso, che bisogna lasciare fuori lo stress della giornata, spegnere il televisore, chiudere la finestra per non essere disturbati da rumori esterni e dedicarsi interamente l’uno all’altro. All’inizio di ogni incontro, quando il logopedista chiede ai genitori se è stato facile mettere in pratica quanto appreso nell’incontro precedente, sarà sorprendente cogliere i commenti dei genitori meravigliati rispetto a come dei semplici comportamenti possano influenzare e modificare tanto il comportamento del loro bambino. Questo momento iniziale di discussione è fondamentale perché ciascun genitore ha l’opportunità di riportare l’esperienza fatta a casa con il proprio bambino, i successi ma anche i dubbi, le insicurezze, le difficoltà incontrate. Proprio in questa situazione è importante che il logopedista rassicuri e incoraggi il genitore, risponda alle domande, proponga soluzioni alternative.
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15. Cosa fare se un genitore lamenta una mancanza di interesse del suo bambino alla lettura dialogica e/o ai libri?
Probabilmente se un bambino non presta interesse alla lettura significa che per lui questa pratica non è ancora conosciuta. L’indicazione che può essere data al genitore in questo caso è quella di proporre comunque la lettura e anziché riservare a questo momento 10 minuti per una volta al giorno è possibile dedicare a questa attività 2 minuti per due o più volte durante la giornata. Allo stesso tempo è importante dare al genitore indicazioni su tecniche che possano esercitare l’attenzione del bambino. Ad esempio si può consigliare al genitore di usare gesti, oggetti, pupazzetti o immagini durante la lettura che aiutano il bambino a prestare attenzione al ritmo, alle parole e all’argomento del libro. Se il problema è legato ad un libro particolare forse il tipo di libro scelto non è adatto al livello o agli interessi del bambino.
16. I genitori accettano volentieri di realizzare dei videofilmati a casa con i loro bambini?
Al termine del terzo e del quinto incontro, quando i genitori hanno conosciuto e messo in pratica con i loro bambini diverse strategie viene proposto loro di registrare, anche semplicemente con un telefono cellulare, pochi minuti ( circa 2 minuti) di lettura dialogica e di inviarli al logopedista. Questa opportunità è in genere accolta con molto piacere dai genitori che apprezzano la possibilità di confrontarsi con il logopedista in merito alla realtà vissuta a casa con i loro bambini. I video non saranno mostrati agli altri genitori ma servono per offrire alla famiglia un monitoraggio rispetto a quanto fatto a casa e alcune indicazioni personalizzate e individualizzate. E’ possibile che i genitori dopo aver ricevuto via posta elettronica i commenti del logopedista richiedano un incontro individuale per chiarimenti e commenti.
17. E’ facile guidare i genitori a scegliere le parole target per la stimolazione focalizzata?
La presentazione della strategia della stimolazione focalizzata e la scelta di parole target rappresenta un passaggio complesso ma molto rilevante perché è importante guidare il genitore nella scelta di parole che interessino il bambino, che siano alla sua portata dal punto di vista linguistico ed utili alla costruzione del suo linguaggio. Durante la prima esperienza di attuazione del programma, non è stato sempre facile convincere i genitori a scegliere una parola che fosse semplice fonologicamente, compresa dal bambino e che facesse parte dei suoi interessi. Ad esempio in diverse occasioni la scelta del genitore è caduta su parole difficili, ad esempio la parola “perché o pensare ”. L’uso di questo avverbio rappresenta il bisogno del genitore di avere con il proprio bambino uno scambio comunicativo più ricco e maturo piuttosto che una proposta adatta alle esigenze del piccolo. È stato impegnativo spiegare ai genitori che l’uso di queste parole implica processi cognitivi di conoscenza di causa–effetto che alcuni bambini ancora non padroneggiano in questa fase di sviluppo.
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18. L’apprendimento dei genitori è uguale per tutti?
L’esperienza di Oltre il Libro viene accolta dai genitori come una possibilità di fare essi stessi qualcosa per i loro figli senza vivere il ritardo di linguaggio come una condizione patologica e di poter fare riferimento a professionisti che forniscono risposte alle loro domande.
Il momento del passaggio dalla teoria alla pratica e l’applicazione delle strategie dalla lettura dialogica alla vita quotidiana permette di vivere in modo più “ecologico” le richieste del logopedista e quindi di sentirne ancora di più l’utilità. Pupazzi, personaggi dei racconti, disegni, fotografie sparse per la casa diventano un’occasione di gioco anche per i genitori. Alcuni di loro, per sensibilità personale o per formazione professionale, sono in grado di applicare le strategie con maggior efficacia e con originalità. Diventano loro stessi un’opportunità di apprendimento anche per gli altri genitori. In altri casi, alcuni genitori mostrano una certa difficoltà nel seguire le indicazioni; in questi casi possono essere proposti incontri individualizzati nel contesto clinico o al telefono.
19. Quali sono i materiali, le attrezzature e gli ambienti necessari ad attuare il programma?
Il programma di parent-coaching Oltre il Libro non necessita di molti strumenti per la sua organizzazione. Deve essere disponibile una saletta che possa accogliere il numero di partecipanti previsti (idealmente 6 – 8 famiglie). Questa sala deve essere attrezzata con un computer, un proiettore, una lavagna, bianca o nera o a fogli di carta. Il logopedista deve avere a disposizione 8/10 libri per ogni tipologia di testo presentato che possono essere recuperati in biblioteca e tutti i materiali forniti nel manuale (ad esempio i fascicoli della Guida per i Genitori, diari, questionari di gradimento).
20. Cosa fare se un genitore è assente a uno più incontri ?
Può capitare per diversi motivi che un genitore non possa essere presente a tutti gli incontri. Già prima di iniziare il programma è importante che il contratto tra il logopedista e il gruppo sia molto chiaro e che la presenza del genitore sia garantita per almeno 5 dei 6 incontri perché il lavoro abbia un senso. Quando il genitore è assente il programma dell’incontro e il fascicolo della Guida per i Genitori può essere inviato a casa, anche via mail; in seguito, telefonicamente, l’operatore spiega i punti salienti del lavoro da svolgere nei giorni successivi. Il genitore dovrà comunque svolgere l’attività quotidiana a casa per la settimana successiva e portare il relativo diario.
21. Cosa fare se un genitore non consegna un video?
I video della lettura dialogica e della stimolazione focalizzata fatti a casa sono parte integrante del programma e sono fondamentali per avere un feedback dell’attività svolta con il proprio bambino. Anche solo pochi minuti bastano perché l’équipe possa capire se il genitore sta seguendo in modo corretto le indicazioni e come il bambino risponde alle sollecitazioni dell’adulto. Altrettanto fondamentale è la risposta che il logopedista fornisce al genitore. E’ importante che questa risposta sostenga il lavoro del genitore nei suoi aspetti positivi e proponga alternative nel caso di comportamenti poco efficaci.
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22. Quali sono le impressioni che il logopedista può viviere insieme ai genitori durante l’attuazione del programma Oltre il Libro?
Già i primi contatti con le famiglie (cioè l’incontro per la presentazione del questionari, il contatto telefonico per comunicare la positività allo screening e la seduta di valutazione pre-intervento) costruiscono un primo importante strumento di conoscenza tra la famiglia del bambino e gli operatori dell’equipe. Questi primi momenti permettono di conoscere non soltanto il bambino ma anche la famiglia. Nel corso dei 6 incontri il logopedista diventa un facilitatore della comunicazione, sia tra i genitori che a casa tra genitore e bambino, contiene le ansie delle famiglie rispetto allo sviluppo del linguaggio e trasmette informazioni accessibili e rassicurazioni ai genitori. Nel corso del programma Oltre il Libro il logopedista sente il piacere dei genitori di scoprire come sia possibile fare qualcosa con i propri piccoli, riuscire a ritagliare del tempo per un’attività dedicata a loro, e osservare dei cambiamenti.